Vi auguro una felice Epifania!
L'Adorazione dei Magi
1585
Simone De Wobreck
Museo del Castello Ursino - Catania
Era pieno inverno.
Soffiava il vento della steppa.
E aveva freddo il neonato nella grotta
Sul pendio della collina.
L'alito del bue lo riscaldava.
Animali domestici
stavano nella grotta,
sulla culla vagava un tiepido vapore.
Scossi dalle pelli le paglie del giaciglio
e i grani di miglio,
dalle rupi guardavano
assonnati i pastori gli spazi della mezzanotte.
Lontano, la pianura sotto la neve, e il cimitero
e recinti e pietre tombali
e stanghe di carri confitte nella neve,
e sul cimitero il cielo tutto stellato.
E lì accanto, mai vista sino allora,
più modesta d'un lucignolo
alla finestrella d'un capanno,
traluceva una stella sulla strada di Betlemme.
Per quella stessa via, per le stesse contrade
degli angeli andavano, mescolati alla folla.
L'incorporeità li rendeva invisibili,
ma a ogni passo lasciavano l'impronta d'un piede.
Una folla di popolo si accalcava presso la rupe.
Albeggiava. Apparivano i tronchi dei cedri.
E a loro: "Chi siete? " domandò Maria.
"Noi, stirpe di pastori e inviati del cielo,
siamo venuti a cantare lodi a voi due".
"Non si può, tutti insieme. Aspettate alla soglia".
Nella foschia di cenere, che precede il mattino,
battevano i piedi mulattieri e allevatori.
Gli appiedati imprecavano contro quelli a cavallo;
e accanto al tronco cavo dell'abbeverata
mugliavano i cammelli, scalciavano gli asini.
Albeggiava. Dalla volta celeste l'alba spazzava,
come granelli di cenere, le ultime stelle.
E della innumerevole folla solo i Magi
Maria lasciò entrare nell'apertura rocciosa.
Lui dormiva, splendente, in una mangiatoia di quercia,
come un raggio di luna dentro un albero cavo.
Invece di calde pelli di pecora,
le labbra d'un asino e le nari d'un bue.
I Magi, nell'ombra, in quel buio di stalla
Sussurravano, trovando a stento le parole.
A un tratto qualcuno, nell'oscurità,
con una mano scostò un poco a sinistra
dalla mangiatoia uno dei tre Magi;
e quello si voltò: dalla soglia, come in visita,
alla Vergine guardava la stella di Natale.
La stella di Natale - Il dottor Živago
Boris Leonidovič Pasternak
Traduzione Mario Socrate
Buona fine di festa e feste a te e grazie per queste belle parole che ci hai offerto.
RispondiEliminasinforosa
Cara Sciarada, grazie di avere chiuso le festività con questo bellissimo post.
RispondiEliminaCiao e poi auguro buona settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Bello!
RispondiEliminaCiao Sciarada.
Bellissima poesia ! Ormai anche l'Epifania è passata, buon ritorno alla normalità.
RispondiEliminaFacciamo festa è Festa ogni giorno.
RispondiEliminaCi siamo.
Sempre.
Un abbraccio Sciarada
Maurizio
Tutto concluso con l'Epifania.Restano da sistemare addobbi,presepi,dispensa,la nostra linea,i calendari vecchi e nuovi,le agende..Ma siamo sempre qui pronte per un commento un saluto,a cogliere in imput,a dare e ricevere un consiglio.Ciao Sciarada.
RispondiEliminaGrazie Sciarada, Felice Festevole Normalità.
RispondiEliminaGrazie di questa bella poesia l'epifania ha saputi ispirare delle belle pagine di letteratura al di là del tempo religioso, auguri di buon anno anche se un po fuori tempo
RispondiEliminaMancano 346 giorni al prossimo Natale... già l'aspetto, qui da te.
RispondiEliminaCiao.
BUoin ritorno alla "normalità" anche a te!
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