Diciannovesima finestra del Calendario dell'Avvento del Focolare dell'Anima
" L’allegrezza è appropriata al gallo, che d’ogni piccola cosa si rallegra e canta con vari e scherzanti movimenti. "
Bestiario
Leonardo da Vinci
Il gallo possiede nella simbologia una doppia valenza che è spiegata nella mitologia greca con la sua partecipazione al parto di Latona, egli diventa così attributo dei due nuovi nati per cui come dice Pitagora nei suoi Versi Aurei riportati da Liside : " Nutrite il gallo e non immolatelo, perché è consacrato al sole e alla luna ". Le sue piume ammantate di rosso lo associano ad Apollo dio del sole, quelle arcuate a falce di luna lo consacrano ad Artemide mentre in un ulteriore lettura quelle nere creano un connubio con Ade dio degli inferi che lo arruola, per voce di Socrate, come psicopompo*, accompagnatore delle anime che rinascono nell'oltretomba.
" ... un animale talmente battagliero da terrorizzare persino i leoni... " lo definisce Plinio il Vecchio nel Naturalis Historia - X, 47, così potente che la sua cresta è cura per chi ha i sogni disturbati dagli incubi, ed è iconizzato accanto al bastone di Asclepio a cui è avvinghiato un serpente.
Con il suo ritmo circadiano* è il guardiano vigile che intona le note per preannunciare l'arrivo dell'Aurora e suggerisce al popolo della notte, che in libera uscita si muove in terra, in aria, in acqua e nel fuoco, di ritornare ai propri rifugi affinché il sole possa sorgere e iniziare il suo viaggio giornaliero. In ambito cristiano il gallo durante la stagione natalizia con il suo canto perpetuo invade le tenebre, invita gli spiriti maligni a dileguarsi con i loro influssi negativi e sollecita le streghe e le fate a sospendere sortilegi e incantesimi, purifica l'aria, prepara all'Avvento il creato e lo ritempra per farsi nunzio della venuta della gioia, del risveglio e della luce suprema che è in Cristo e attraverso di lui in noi. E se il canto del gallo in principio è il segnale della nascita di Gesù, in fine alla sua morte sarà il testimone del tradimento che lui assumerà su di sé:
" ... un animale talmente battagliero da terrorizzare persino i leoni... " lo definisce Plinio il Vecchio nel Naturalis Historia - X, 47, così potente che la sua cresta è cura per chi ha i sogni disturbati dagli incubi, ed è iconizzato accanto al bastone di Asclepio a cui è avvinghiato un serpente.
Con il suo ritmo circadiano* è il guardiano vigile che intona le note per preannunciare l'arrivo dell'Aurora e suggerisce al popolo della notte, che in libera uscita si muove in terra, in aria, in acqua e nel fuoco, di ritornare ai propri rifugi affinché il sole possa sorgere e iniziare il suo viaggio giornaliero. In ambito cristiano il gallo durante la stagione natalizia con il suo canto perpetuo invade le tenebre, invita gli spiriti maligni a dileguarsi con i loro influssi negativi e sollecita le streghe e le fate a sospendere sortilegi e incantesimi, purifica l'aria, prepara all'Avvento il creato e lo ritempra per farsi nunzio della venuta della gioia, del risveglio e della luce suprema che è in Cristo e attraverso di lui in noi. E se il canto del gallo in principio è il segnale della nascita di Gesù, in fine alla sua morte sarà il testimone del tradimento che lui assumerà su di sé:
" ... Allora Pietro gli disse: « Anche se tutti saranno scandalizzati, io non lo sarò ».
Gesù gli disse: « In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte ». " Matteo 14, 29-30
Gesù gli disse: « In verità ti dico: proprio tu oggi, in questa stessa notte, prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte ». " Matteo 14, 29-30
psicopompo* = dal greco psyche - anima e pompós - colui che manda
circadiano* = dal latino circa diem - intorno al giorno
La notte - 1544 - 1548
Battista Dossi
Pinacoteca dei Maestri Antichi - Dresda
- Orazio: ... Dicon che il gallo, squilla del mattino,
con quel suo verso stridulo e acuto
ridesti il dio del giorno; e a quel richiamo
gli spiriti vaganti nella notte
s'affrettino a rientrar nei lor rifugi;
e la prova che questo sia credibile
ce l'ha data testè quanto abbiam visto.
- Marcello: ... Dicono che il gallo,
questo pennuto araldo dell'Aurora,
nella stagion dell'anno che s'appressa
il Natale del nostro Salvatore,
non cessa di cantar tutta la notte,
e allora, dicono, nessuno spirito
osa andar più vagando sulla terra;
in quel tempo le notti son salubri,
nessun pianeta emana mali influssi,
nessuna fata pratica incantesimi,
nessuna strega ordisce sortilegi,
tanto santificato e benedetto
è quel tempo dell'anno.
- Orazio: ... Ma guardate il mattino
che, già coperto d'un manto vermiglio,
va sfiorando col piede le rugiade
di quel colle che svetta verso oriente.
Amleto - Atto I - Scena I
William Shakespeare
Traduzione Goffredo Raponi
La ventesima finestra si aprirà nel blog di Johakim LA CROCE DEL SUD
Bellissimo Sciarada, grazie e buon Martedì!
RispondiEliminaBellissimo post, Sciarada, molto interessante e piacevole. Un abbraccio
RispondiEliminaMolto bello !!!Mi piace anche il dipinto che hai abbinato. Buona giornata.
RispondiEliminaCara Sciarada, come sempre i puoi post danno molto interesse, il dipinto poi, e molto bello.
RispondiEliminaCiao e buon pomeriggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
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RispondiEliminaDopo averti letta, capisco che il gallo ha buoni motivi per moversi in modo così impettito.
EliminaScherzo, naturalmente, ma credo che ogni persona, o animale, sia interessante se visto da vicino.
Ora ho capito perché strilla tanto...
RispondiEliminaChe te disturba bello della zia?
EliminaDa Socrate agli Evangeli, il gallo ha sempre un posto di rilievo, credo meritato.
RispondiEliminaje te souhaite de belles fêtes de fin d'année! bises
RispondiEliminaSciarà so una psicopompa, mando e mando, strillo pure.
RispondiEliminaPatrizia