Marco Polo esce dal suo Milione e diviene voce narrante del libro Le città invisibili scritto da Italo Calvino durante il suo soggiorno a Parigi, il grande mercante e viaggiatore veneziano allegoria dell'immaginazione, descrive all'imperatore Kublai Khan allegoria della razionalità, l'esplorazione di cinquantacinque città surreali, dalle peculiari caratteristiche assolutamente originali e impregnate di impressioni realmente vissute; le città che esibiscono tutte un nome di donna e che sono inserite in 11 schemi tematici:
Le città e la memoria
Le città e il desiderio
Le città e i segni
Le città sottili
Le città e gli scambi
Le città e gli occhi
Le città e il nome
Le città e i morti
Le città e il cielo
Le città continue
Le città nascoste
raccolti in nove capitoli incorniciati all'inizio e alla fine da due dialoghi tra Marco Polo e Kublai Khan, rappresentano fondamentalmente quel caos invivibile che scorre tra l'irreale irraggiungibile e il reale inospitale entro cui, attraverso un atto mentale dinamico si può cercare e scovare il vivere ideale.
Otto sono le zampe dei ragni ed è dunque Ottavia a prendere la forma della città - ragnatela, una delle città sottili, sospesa sul vuoto di un burrone, si sostiene con delle funi ancorate su due montagne, vacilla leggera nell'instabilità della sua struttura relazionale che è si forte come l'acciaio, ma anche tanto fragile, cresce, si sviluppa, si protende, ma verso il basso e la sua gente vive certa nella sua incertezza.
Sciarada Sciaranti
"Se volete credermi, bene, Ora dirò come è fatta Ottavia, città - ragnatela. C'è un precipizio in mezzo a due montagne scoscese: la città è il suo vuoto, legata alle due creste con funi e catene e passerelle. Si cammina sulle traversine di legno, attenti a non mettere il piede negli intervalli, o ci si aggrappa alle maglie di canapa. Sotto non c'è niente per centinaia e centinaia di metri: qualche nuvola scorre; s'intravede più in basso il fondo del burrone. Questa è la base della città: una rete che serve da passaggio e da sostegno. Tutto il resto, invece d'elevarsi sopra, sta appeso sotto: scale di corda, amache, case fatte a sacco, attaccapanni, terrazzi come navicelle, otri d'acqua, becchi del gas, girarrosti, cesti appesi a spaghi, montacarichi, docce, trapezi e anelli per i giochi, teleferiche, lampadari, vasi con piante dal fogliame pendulo. Sospesa sull'abisso, la vita degli abitanti d'Ottavia è meno incerta che in altre città. Sanno che la rete non regge."
Ottavia - Le città invisibili
Italo Calvino
Per chi è interessato :
Diomira, città delle lampade multicolori
Despina, città tra due confini
Fedora, città di pietra grigia
Olinda, città in crescita
Diomira, città delle lampade multicolori
Despina, città tra due confini
Fedora, città di pietra grigia
Olinda, città in crescita
Cara Sciarada, interessante post, Questa città e tipica della grandi città canadesi le vie principali sono sempre diritte senza curve...
RispondiEliminaGrazie di tutto ciò che ci fai vedere, è sempre molto interessante.
Buona giornata cara amica.
Tomaso
Ciao Sciarada anche noi ormai siamo appesi come Ottavia chissà se le nostre corde regeranno
RispondiEliminaancora ho se sarà come la rete di Ottavia, grazie per questo interesante post
ti auguro una serena serata
Tiziano.
Un testo sorprendente,con altrettante immagini.
RispondiEliminaVi è qualcosa di fantastico che governa il movimento ritmico della vita....
Grazie Sciarada!
Un dolce abbraccio
Ciao:)
Luci@
Le splendide città invisibili. Che idea geniale quella di questo post e la città sospesa sull'abisso simbolo della vita, di noi umani sospesi momentaneamente tra la vita e la morte.
RispondiEliminaBella l’allegoria di Ottavia la città sottile sospesa nel vuoto, tanto fragile e al tempo stesso forte.
RispondiEliminaSo di ripetermi, ma posso solo dire che fai sempre dei post interessanti.
Buona giornata, un abbraccio
enrico
Bella l'allegoria della vita sospesa ed essenziale.
RispondiEliminaPost che fa riflettere ,mia Diletta.
Bacioni.
✿✿彡
RispondiEliminaUma cidade suspensa no nada, um planeta suspenso no universo...
Uma teia universal?!...
Bom fim de semana!
Beijinhos do Brasil.
¸.•°✿✿彡
...le città restano quando i fili fragili dell'uomo si dissolvono...magnifico post, come sempre d'altronde...ciao Sciarada...
RispondiElimina...sono tornato per rileggere questo post affascinante e magico...signora Sciarada, Lei è davvero un'anima speciale, con un'intelletto raffinato...complimenti per il nuovo look...molto accogliente e caldo...abbraccio...
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