Tra i vicoli delle città illuminate da festose luci colorate dove l'aria è impregnata dal profumo della legna bruciata che fuoriesce dai comignoli dei camini accesi che riempiono di tepore le case, mescolato a quello delle caldarroste fumanti che esce dai bracieri ardenti e a quello degli oli essenziali che proviene dalle bucce degli agrumi, si odono suoni di arcaici strumenti musicali eseguiti dalle abili mani degli zampognari, scesi a valle dalle montagne per annunciare l'inizio delle novene, dal 29 novembre al 7 dicembre per celebrare l'Immacolata e dal 16 al 24 dicembre per celebrare il Natale, i due pastori che con i loro conici cappelli vellutati, con i mantelli neri su cui poggiano velli di pecora e con le zaricchie o cioce ai piedi dotate di stringhe che avvolgono i polpacci, si pongono sulle soglie delle porte e intonano antiche melodie natalizie in attesa di un offerta che può essere in denaro o anche in generi alimentari e a chi li assume per l'intera novena, come simbolo che consacra l'avvenuto patto, portano in dono un cucchiaio di legno intagliato chiamato "cucchiarella" e un'immaginetta sacra che raffigura Gesù Bambino sul cui retro c'è scritto "Tu scendi dalle stelle".
La zampogna è costituita da un insufflatore che serve per immettere aria in un otre di pelle di capra o di pecora legata a un ceppo in cui possono essere inserite da una a cinque canne di legno di ciliegio o d'ulivo, in rari casi di acero, di mandorlo, di prugno o di sorbo, le canne che sono dotate di ance sono di due tipi:
i Chanters, servono a produrre la melodia, quello corto con 5 fori sta a destra e quello lungo con quattro fori sta a sinistra,
e i Bordoni servono come accompagnamento e hanno una nota fissa, quello maggiore emette il suono ed il minore invece è muto
© Sciarada Sciaranti
A ttempo mio, quinici o ssedici ggiorni prima der Santo Natale, da la Ciociarìa e dda l' Abbruzzi, scegneveno a Roma li Bbiferari, a ffa' le novene a ttutte le Madonne che staveno pe' le strade, pe' le bbotteghe e ppe' le case.
Mi' padre, pe' nun èsse' preso de mira dar guverno, per ogni artarino che cciavemio pe' ll'osterie, je faceva fa' co' quattro pavoli du' novene, una la mmatina e una la sera, che dduraveno diciotto ggiorni.
Li bbiferari erano sempre in dua; quello ppiù vvecchio sonava la zampogna; e quello ppiù ggiovine la bbifera.
'Gni sonata poi l'intrammezzaveno co' 'na canzona religgiosa (dicevano loro) che mmai a gnisuno e riuscito de capilla.
Noi romani dicemio che ccantaveno accusì:
"E quanto so' mminchioni 'sti romani
che ddanno da magnà' a 'sti villani".
Li bbiferari se n'aritornaveno ar paese 15 ggiorni doppo de Natale
Li Bbiferari
Luigi detto Giggi Zanazzo
" Non c'è epoca dell'anno più gentile e buona, per il mondo, che il Natale e le settimane precedenti.
Sale dalle vie il tremulo suono delle zampogne.
Sui marciapiedi ricoperti da una crosta di gelo si inoltrano gli zampognari, discesi da buie misteriose montagne, sostano un po' abbagliati dalle troppe luci, dalle vetrine troppo adorne, e a capo chino danno fiato ai loro strumenti; a quel suono tra gli uomini le grevi contese d'interesse si placano e lasciano posto ad una nuova gara: a chi presenta nel modo più grazioso il dono più originale.
Tutti sono presi dall'atmosfera alacre e cordiale che si espande per la città festosa e produttiva; nulla è più bello che sentire scorrere intorno il flusso dei beni materiali e insieme del bene che ognuno vuole agli altri; e questo, questo soprattutto - come ci ricorda il suono, firulf, firuli delle zampogne, è ciò che conta. "
Natale con gli zampognari
Italo Calvino