Avevo bisogno disperato di un amico comprensivo, che lenisse i dolori del mio corpo ormai stremato dagli spasmi del vomito e attenuasse l'acido che invade il palato. Un disgustoso continuo conato che mi assale quando uno sprazzo di lucidità mi rivela cosa è rimasto di me, dell'uomo che ero. Così il Corvo di Salaparuta corre in mio soccorso, sincero, genuino, affidabile, scende lungo la gola come balsamo per le ulcere generate dalle urla rimaste dentro, per le parole che non ho più detto, per le invettive che mi sono risparmiato; eppure i miei occhi hanno continuato a vedere e le mie orecchie a sentire quello che questa razza aliena fa e dice a me e al mio popolo.
Monarchi assassini che giocano con la vita dei sudditi e sorridono quando li uccidono, menando vanto della loro mira e preparando la loro nobile discendenza a proseguire sulle stesse orme. Bestie immonde, il Corvo mi salverà, riuscirà a trovare in sè la forza dell'oppio per offuscare la mente, così da concedermi un sonno ristoratore, non più tormentato dalle urla di quattro bambini rom che bruciano nella loro misera baracca, fortunatamente mi farà sordo e potrò riposare sereno nella pace di meravigliosi, sicuri appartamenti che un pio albergo avrà misericordiosamente regalato a chi veramente ne aveva bisogno e diritto. Possa l'acre odore, di quelle giovani carni arse nel fuoco, ammorbare l'aria delle case della vergogna fino a renderla irrespirabile e tossica.
Vieni amico mio, capace di consumarti per me, di farti carico dell'angoscia che mi attanaglia, quando bambine, che qualcuno vede donne, indifese e terrorizzate osservano gli occhi sbarrati di belve adulte che strappano loro la vita. Vieni ancora amico Corvo e forse riuscirò a far svanire la mia paura, si il profondo terrore che mi assale, ma non per quegli assassini, perchè non sono loro a farmi paura, ma la mandria dei curiosi e dei creatori di morbosità, gli affaristi del pianto, possa esistere il Dio in cui io credo, così implacabile da farli tormentare per l'eternità con dolori propri. Ti stai esaurendo per aiutarmi, ma ormai è fatta, sono sordo e avvolto dall'oblio, amico Corvo di Salaparuta, buono e genuino vino, ho solo il tempo per dire a chi vorrà ascoltarmi, di essere diverso, di non somigliarmi, di provare disgusto per l'uomo che ormai sono, forse sarai capace di sopprimere l'alieno invasore, forse...
© Golconda
Ciao Sciarada, ci hai fotto rivivere cosa succedeva nei tempi l'ontani nella martoriata Sicilia, quando era governata da veri assassini.
RispondiEliminaGrazie di avercelo fatto leggere per non dimenticare. Buon fine settimana cara amica.
Tomaso
Ho letto con angoscia questo post...verità cruenta.
RispondiEliminaVieni sul mio blog dei premi.
Il vino, dolce ristoro che porta l'oblio delle brutture del mondo, meglio, degli uomini.
RispondiEliminaLe nostre armi per combattere tutte le brutture che ci struggono il cuore e la mente, sono quelle che tu offuschi per sopprimere il dolore che ti attanaglia; i nostri occhi e le nostre orecchie devono essere lucidi testimoni degli orrori che gli uomini sono capaci di perpetrare nei confronti dei loro simili soprattutto se indifesi e le nostre parole devono essere macigni depositati nel tempo in una memoria indelebile che raccolga la "vile pochezza" di una parte del genere umano.
RispondiEliminaSalutami il mio amico "fantasma",G., ma presente.
RispondiEliminaUn bacio a te
Una lettura angosciosa e struggente, piena di verità. Fa davvero pensare.
RispondiEliminaCiao Sciarada!
RispondiEliminaUn post che fa riflettere,purtroppo parte di questa Sicilia ancora esiste,ancora non del tutto libera da infami..
Un caro saluto.Sorrisi ^_^