" ... macchie gigantesche di fichi d’india, dalle foglie pesanti nate le une sulle altre, incoronate di frutti e di fiori d’oro, sporgevano sui ciglioni e s’arrampicavano sulle chine ... "
La via del male
Grazia Deledda
Il fico d'India, "Opuntia ficus indica" è originario del Messico, dagli Atzechi era considerato sacro, tanto da essere disegnato nel Codice Mendoza e tanto da dare il nome alla loro antica capitale imperiale Tenochtitlan che letteralmente significa fico d'India sopra la roccia. Ancora oggi è rappresentato nella bandiera messicana.
Arrivò in Europa nel 1493, con la spedizione di Cristoforo Colombo di rientro a Lisbona, per trovare il suo habitat ideale nelle regioni del sud Italia: Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Arrivò in Europa nel 1493, con la spedizione di Cristoforo Colombo di rientro a Lisbona, per trovare il suo habitat ideale nelle regioni del sud Italia: Basilicata, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.
In Sicilia, durante il periodo della vendemmia, si fa colazione con il frutto del fico d'India, tradizione che nasce dall'antica usanza del proprietario della vigna di donarlo con grande abbondanza ai vendemmiatori in modo che questi non mangiassero l'uva mentre la raccoglievano.
I cladodi ancora teneri conosciuti comunemente come pale hanno il sapore misto di asparagi e fagiolini, sono usati crudi nelle insalate oppure si saltano in padella con olio, aglio e peperoncino, possono anche essere impanati e fritti o ancora possono essere gratinati.
Il fico d'India è ricco di sali minerali come calcio, ferro e fosforo, di vitamina A, di vitamina C che nei tempi antichi lo rendeva indispensabile ai marinai per scongiurare lo scorbuto;
ha un'azione depurativa per l'organismo, diuretica con il decotto dei fiori, aiuta l'espulsione dei calcoli renali, abbassa il tasso di colesterolo nel sangue e attenua l'ipoglicemia nei diabetici; è un antiossidante, un astringente e a causa dei semi è sconsigliato a chi soffre di diverticolosi intestinale.
ha un'azione depurativa per l'organismo, diuretica con il decotto dei fiori, aiuta l'espulsione dei calcoli renali, abbassa il tasso di colesterolo nel sangue e attenua l'ipoglicemia nei diabetici; è un antiossidante, un astringente e a causa dei semi è sconsigliato a chi soffre di diverticolosi intestinale.
La polpa fresca applicata sulla pelle manifesta il suo potere, antinfiammatorio, cicatrizzante e riepitilizzante, promuove cioè nuovi strati di pelle, mentre i teneri cladodi - giovani pale, scaldati in forno ed usati come cataplasma, sono emollienti.
Gian Lorenzo Bernini scolpì le pale e i frutti nella fontana dei quattro fiumi a Roma.
Appare anche nei dipinti di Bruegel il Vecchio, Frida Kahlo, Man Ray, Roy Lichtenstein e Tina Modotti.
N.B. Nei miei post i principi attivi delle piante, lì dove è possibile, sono elencati in ordine alfabetico e non in ordine di quantità perché lo scopo è informativo-storico e non medico.
© Sciarada Sciaranti
These are all delightful photos, but I especially like the first one - so very well composed and detailed.
RispondiEliminaI remember when we first moved to Arizona many years ago ... I was so surprised to see flowers on cacti! But they are beautiful!
How gorgeous! I love the cloudy backgrounds. :o)
RispondiEliminaThat is one wild-looking cactus! I also particularly love the first photo, it's perfect.
RispondiEliminaYou have very interesting photos on your blog. I like it.
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