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martedì 25 maggio 2010

La terra dei faraoni - Medinet Habu

" ... Andai pure a visitare le vaste rovine di Medinet-Abou, all'ovest di Tebe, le quali sono ben degne sotto qualunque rispetto d'essere esaminate con cura dal viaggiatore. Le descrizioni che ne fanno li signori Hamilton e Denon puonno dare una idea esatta dei propilei, dei templi, e delle abitazioni, che sorgono 
ancora in parte quai monumenti maestosi contro l'ingiuria del tempo. Bisogna che alcuni sovrani dell'Egitto abbiano avuta la loro residenza in questi luoghi, giacché non ho mai veduto in altre rovine d'Egitto altrettanti avanzi di grandi abitazioni. Veggonsi due templi separati, il primo de' quali, ed il più piccolo, che incontrasi ritornando da Mennonio, è d'una costruzione meno antica dell'altro. All'ouest della porta maggiore vedonsi alcune pietre capovolte ricoperte di giroglifici; desse sono state tolte evidentemente da un altro tempio. Il vestibulo è circondato da un portico sostenuto da pilastri, avente da ciascuna parte due sale; fra le quali una di quelle che trovansi alla diritta ha servito di chiesa ai cristiani. L'interno del tempio è diviso in molte sale, che, non ricevono alcuna luce. In una delle sale a diritta sorge un piccolo tempio monolite, senza giroglifici; il quale essendo più grande della porta dovette esservi collocato prima che fossero costruite le mura del tempio.

Le figure e i giroglifici di questo monumento differiscono da quelli del grande tempio nella proporzione dell'estensione medesima de' due edifizj. Al nord del piccolo tempio eravi un laghetto, o piuttosto uno stagno, il quale presentemente è ripieno di terra e di rottami: alcune statue hanno dovuto ornarne il circuito, giacché negli scavi ch'io ho fatti, ho trovato alcuni pezzi di statua, e molti altri frammenti. Forse questo stagno serviva in quella guisa che i piccioli laghi presso il tempio di Carnak, vale a dire, alle purificazioni di coloro che frequentavano questi sacri luoghi. Al sud di esse rovine, e quasi nella dirittura stessa delle porte che conducono al grande tempio, havvi un edificio che rassomiglia un poco ad una torre quadrata, cui mette una grande porta. Io la disgombrai per penetrarvi dentro; al di sopra della porta havvi una camera con due finestre quadrate, una da ciascheduna parte: sui medesimi lati sonovi pure due porte l'una incontro all'altra; al dissopra di questa prima camera, havvene una seconda, la quale viene rischiarata istessamente per mezzo di due finestre, siccome quelle del piano inferiore; ma dessa, nel davanti si è sprofondata. Dalle due parti delle finestre osservansi alcuni in
cavi, i quali forse servivano per formarvi le imposte delle finestre. L'interno di questo edifizio non capisce nessun giroglifico, a differenza dell'esterno che ne è tutto ricoperto. Di fronte ad esso due mura servono d'adito alla porta d'entrata. Alla distanza di cento tese circa dalla parte dell'ouest sorge il gran tempio: vasti propilei precedono l'entrata d'una corte , le cui mura sono ricoperte di giroglifici profondamente in tagliati. L'entrata adorna nella stessa guisa conduce alla prima corte, di dove si passa per una grande porta alla seconda. La gran corte che è la prima, è cinta dai due lati di portici, di cui quello alla diritta viene sopportato da sette pilastri, dinanzi ai quali veggonsi scolpite alcune figure colossali; e quello a manca s'appoggia sopra otto colonne sormontate da capitelli intagliati a foggia del loto.

Belle sculture rappresentanti combattimenti, uomini, carri, prigionieri, schiavi, processioni, offerte, sacrifizj e iniziazioni, maravigliosa mente descritte dal signor Denon, adornano le mura di questa corte; e il genere di tali sculture prova che sono d'un' epoca remotissima. I giroglifici sono molto più rilevati di quanti n'abbia io vednti sopra altri edifizj in Egitto. In alcuni luoghi le figure conservano assai bene i loro colori, particolarmente sulla soffitta af di sopra dei capitelli delle colonne.

I cristiani si sono valsi per qualche tempo di questa parte d' egiziano monumento in luogo di Chiesa. I pilastri grossolani che sostengono una costruzione moderna innalzata nella corte, formano un vivo contrasto col l'architettura del tempio, e fanno vedere lo stato delle arti alle due epoche ben differenti. Finalmente, in capo alla seconda corte, un'ultima porta conduce al peristillo, e di quivi allo interno del tempio; ma queste parti del magnifico monumento sono ora sotterrate, ed alcuni casolari saraceni coronano il monticello che le ricopre. Il muro esterno di queste rovine è ricoperto di sculture rappresentanti soggetti storici, quali sono, per esempio, combattimenti di terra e di mare, la caccia del lione, processioni di prigionieri, e diversi emblemi nazionali. Più lungi al sud della città , trovasi ancora un piccolo tempio , che serve presentemente di parco o di stalla ai mandriani nella notte. Tutta la città mi sembrava che fosse stata rifabbricata due o tre volte, ma sempre cogli avanzi de' monumenti che esiste vano avanti ... "



Viaggi in Egitto ed in Nubia
Giovan Battista Belzoni


"Città di Habu" il nome arabo  fa riferimento alla città cristiana sorta nel recinto templare di Ramses III .
Medinet Habu fu costruita inizialmente per venerare il dio Amon, nella XVIII dinastia prima divenne tempio funerario del faraone Ramses III (1184 - 1153 a.C.) e successivamente con il nome di Lat - tjamet abbreviato in Djamet, sede del potere governativo ed economico di Tebe.


Ramses III raffigurato con la corona dell'alto Egitto, sul primo pilone d'ingresso del suo tempio funerario, con una mano afferra i capelli dei suoi nemici (popoli confederati del mediterraneo VIII anno di regno di Ramses III) e con l'altra brandisce la spada khefesh per il sacrificio in onore del dio Amon che gli sta di fronte.


Ramses III con la corona del basso Egitto raffigurato come nella scena precedente però con il re Horakhthy.


Il faraone Ramses III, inginocchiato davanti al dio Amon, ha  alle spalle il dio Thot con la luna piena sopra la testa  rappresentato nell'atto di scrivere il nome del faraone sulle foglie dell'albero sacro, in modo da donargli lunga vita, e la dea del destino Seshat rappresentata con la foglia di palma sopra la testa.


Cinque delle otto colonne con capitelli  campaniformi, nel primo cortile.


Ramses al cospetto del dio Amon.


Scene in cui è ancora visibile il colore originale.


Le ali di avvoltoio della dea Nekhbet che proteggeva il faraone.

© Sciarada Sciaranti

4 commenti:

  1. Wonderful photos of Egypt. I'd like to go there one day. But in the meantime I will content myself by looking at your photos. Thank you for visiting my blog and deciding to follow it. I return the favor.

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  2. Next photos of Egypt. But I like the tree stump on your header photo.

    Thanks for following.

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  3. Sciarada è bellissimo!
    Ma le foto le hai fatte tu? Sono splendide!
    Baci.

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    1. Grazie Pia! Si le foto le ho fatte io, mi dispiace solo per il copyright megalomane, ma all'epoca non capivo niente di tecnologia; ti abbraccio ! :-)

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