" ... Una sposa giovane, incinta, con le guance accese e sudate si sollevava di quando in quando, per guardare il grano ancora ritto; e rificcava sotto il mento i nodi della pezzola, che le ricopriva tutta la fronte; mentre le trecce dei capelli, senza forcelle, si allentavano sopra la nuca.
Una brocca d'acqua era nascosta all'ombra, sotto i pampini d'una vite; con due fiaschi di vino chiaro ed agro.
La sferza del sole era insopportabile; gli occhi s'infiammavano, la bocca e la gola diventavano asciutte. Allora, qualcuno lasciava la falce e s'incamminava alla vite, metteva la bocca al fiasco e beveva parecchie sorsate. Ma s'indugiava per riposarsi, guardando gli altri. Le donne gli sorridevano in silenzio, ed egli ritornava alla sua opera; a testa bassa e le mani penzoloni.
Le falci tutte insieme luccicavano tra gli steli del grano; con un rumore simile a uno strappo rapido. Urtavano, talvolta, sopra un sasso, con un suono languido e smorzato. S'insinuavano curve tra le spighe; e le spighe sbattevano sopra i volti; qualche stelo s'insanguinava dopo aver fatto un taglio o una scorticatura. Allora, il contadino senza schiudere il pugno pieno di messe, si guardava un istante; poi la falce s'affondava ancora, lucida e affilata.
Dietro gli uomini, gl'insetti disturbati saltellavano insieme da tutte le parti, verdi, neri e grigi; mentre certi ragni dalle zampe lunghissime ed esili percorrevano i solchi, sparendo nell'ombra di una fenditura e ricomparendo subito in cima a qualche zolla. Le lucertole scappavano sempre innanzi; qualche ramarro osava indugiare, ma, poi, spariva anche più rapido. Di rado era possibile che qualche vipera fosse tagliata a pezzi; ma i rospi, enormi e nerastri, che restavano come intontiti erano infilati e squarciati con la punta delle falci; poi un contadino, con un calcio, li lanciava dall'altra parte del filare. Qualche cova di ragno s'apriva; e allora gli innumerevoli ragnolini si spandevano in tutti i sensi. Si trovavano nidi abbandonati, con gli uccelli senza penne, vespai vuoti. I bruchi si rivoltavano sottosopra, rimanendo un poco immobili e poi cercavano di andarsene.
Qualche padrone aveva fatto benedire i campi perché le passere non mangiassero il grano. Ma c'era chi diceva esser meglio mettere in mezzo alle prese un cencio in cima a un palo! ... "
Il podere - 1921
Federigo Tozzi
I germogli di grano de Il Giovedì della Settimana Santa hanno percorso la loro strada, sono cresciuti e hanno fruttificato; qui vi mostro una piccolissima parte del raccolto.
Se siete interessati vi lascio i link:
per lo short di youtube - https://youtube.com/shorts/9iNcTuQspCI
per il reel di instgram - https://www.instagram.com/reel/CvDhLfmNxcG/
Buona continuazione d'estate!