venerdì 27 gennaio 2017

" Questa volta dentro siamo noi "

" ... I vagoni erano dodici, e noi seicentocinquanta; nel mio vagone eravamo quarantacinque soltanto, ma era un vagone piccolo. Ecco dunque, sotto i nostri occhi, sotto i nostri piedi, una delle famose tradotte tedesche, quelle che non ritornano, quelle di cui, fremendo e sempre un poco increduli, avevamo così spesso sentito narrare. Proprio così, punto per punto: vagoni e merci, chiusi dall’esterno, e dentro uomini donne bambini, compressi senza pietà, come merce di dozzina, in viaggio verso il nulla, in viaggio all’ingiù, verso il fondo. Questa volta dentro siamo noi.


Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. I momenti che si oppongono alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito. Vi si oppone la nostra sempre insufficiente conoscenza del futuro; e questo si chiama, in un caso, speranza, e nell' altro, incertezza del domani. Vi si oppone la sicurezza della morte, che impone un limite a ogni gioia, ma anche a ogni dolore. Vi si oppongono le inevitabili cure materiali, che, come inquinano ogni felicità duratura, così distolgono assiduamente la nostra attenzione dalla sventura che ci sovrasta, e ne rendono frammentaria, e perciò sostenibile, la consapevolezza.
Sono stati proprio i disagi, le percosse, il freddo, la sete, che ci hanno tenuti a galla sul vuoto di una disperazione senza fondo, durante il viaggio e dopo. Non già la volontà di vivere, né una cosciente rassegnazione: ché pochi sono gli uomini capaci di questo, e noi non eravamo che un comune campione di umanità.
Gli sportelli erano stati chiusi subito, ma il treno non si mosse che a sera. Avevamo appreso con sollievo la nostra destinazione. Auschwitz: un nome privo di significato, allora e per noi; ma doveva pur corrispondere a un luogo di questa terra ... "

Se questo è un uomo
Primo Levi

lunedì 23 gennaio 2017

Sulla spiaggia all'alba - Insieme raccontiamo 17

Il diciasettesimo incipit di Patricia inizia la stagione 2017 di Insieme raccontiamo e alle regole già note: 200/300 battute per il finale breve oppure 200/300 parole per il finale lungo, si aggiunge un'immagine a cui ispirarsi. Per ulteriori dettagli cliccate sul link dell'iniziativa.


Era l’alba. Gli piaceva scendere in spiaggia a quell’ora. In giro non c’era ancora nessuno perché i vacanzieri erano andati a dormire da poco.

Il silenzio interrotto solo dalla voce del mare lo rasserenava.

Girovagando, aveva oltrepassato il promontorio. In una piccola baia seminascosta l’aveva trovata....

Patricia Moll



La rughetta di mare! Lessata e saltata in padella sarebbe stata un contorno ideale per la cena del plenilunio, la raccolse e si diresse soddisfatto verso casa, doveva ancora preparare tutto. Le ore passarono velocemente e senza quasi accorgersene si ritrovò al cospetto del sole che lasciava il posto alla luna, sapeva che Selene stava per arrivare e cercava di immaginare lo stupore del suo viso nel vedere incastonata tra le sculture del giardino la barca su cui si erano incontrati la prima volta, l'aveva fatta restaurare lasciando in bella vista i segni del tempo, un cancello ricavato dal taglio verticale dello scafo permetteva di salire a bordo senza alcuna difficoltà, l'interno era pieno di cuscini colorati che circondavano due sedie e il tavolo apparecchiato, la fiamma delle lanterne in ferro battuto poste lungo la frisata vibrava sospinta dal vento e insieme al sottofondo sonoro del Mediterraneo contribuiva a rendere l'atmosfera idilliaca, non una nuvola copriva il cielo e la luce argentea iniziava ad avvolgere quell'angolo di sogno, era il momento giusto, prese l'antica polena lignea che 23 anni prima, imbrattata tra alghe e conchiglie, aveva trovato dentro la barca arenata sulla spiaggia e la pose su una delle sedie, lui si sedette sull'altra e aspettò che la magia si compisse, non ci volle molto, il legno si fece carne e Selene gli comparve davanti agli occhi con i suoi splendidi capelli neri che contrastavano il candore della pelle. Stappò una bottiglia di spumante e riempì a metà due calici, uno lo offrì alla sua compagna e insieme li fecero tintinnare per brindare al loro anniversario. Selene si alzò, calpestò a piedi nudi i cuscini e percorse con la mano tutta la frisata, si sedette poi sulle ginocchia del suo capitano e gli disse: " Sarà un viaggio perfetto! "

300 parole
Sciarada Sciaranti


A te Gianfrà' dico una cosa: Il viaggio perfetto è anche quello che si intraprende con gli amici e il tavolo si amplia, in questo momento da una parte ci siamo noi che ti vogliamo bene e dall'altra tu polena dormiente, ma al plenilunio te devi sveglià' bello mio, noi ti aspettiamo e tu non puoi mancare. Con chi faccio i ragionamenti cervellotici durante la cena del venerdì sera? Vedi che devi fà' e daje ...  

venerdì 20 gennaio 2017

Un soffio di speranza a Rigopiano



Rigopiano - Farindola -  Pescara 


20 gennaio 2017 

- Ore 11.00 : Sei persone trovate vive in una sacca d'aria nelle cucine.
Tra i sopravvissuti una donna ricoverata all'ospedale di Pescara e una bambina.



- Le persone ritrovate vive sono salite a otto.



- Da otto siamo arrivati a dieci.

- Quattro vittime


Siamo con voi

21 gennaio 2017

- Le vittime sono ad oggi cinque e i dispersi ancora 23

22 gennaio 2017


- I superstiti a oggi sono 11, 5 le vittime e 24 i dispersi
23 gennaio 2017

- 11 superstiti, 6 le vittime e 23 i dispersi

24 gennaio 2017

- 14 vittime, 15 dispersi, 11 superstiti 

25 gennaio 2017

- 25 vittime,  4 dispersi, 11 superstiti

26 gennaio 2017

- 29 vittime e 11 superstiti

lunedì 16 gennaio 2017

Il mistero del sasso caduto nell'acqua del lago

" ... La mia montagna era invece un'isola alzata sul mare, abitata dalle foreste e dalle fiere. Il vento stroncava, ma la casa era sicura. Le querce che i padri raccomandano ai figli come una testimonianza di Dio, di gennaio avevano le rame come serpenti irrigiditi dal freddo, ma di maggio ogni albero aveva le sue braccia spiegate all'impetuoso flutto azzurro, con un fiore in cima. Il rombo del mare faceva compagnia, riempiva di sé ogni cavità, come un'immagine aerea dell'acqua. Nessuno sbarcava mai sulla terra. Le navi passavano al largo come fantasmi. Ora, come fu che la mia solitudine cominciò a rugarsi come l'acqua di un lago se vi cade un sasso?  ... "

L'ultima soglia
Nicola Moscardelli


La vita invita al ballo del moto perpetuo tra foreste, fiere e intemperie in un ciclo di morte e rinascita dove i confini tra terra e mare si confondono, all'improvviso l'imprevisto... cade un sasso che propaga nuovi ritmi e sconvolge il già fragile equilibrio conquistato. E' stata la stessa vibrazione innescata dal ballo a far cadere il sasso o un'entità sconosciuta e misteriosa che cambia musica ? E' stato l' effetto di una causa o di una casualità e in un caso e nell'altro è arrivato da fuori o da dentro? 

Ecco... questo per augurarvi il buongiorno del lunedì mattina con latte, caffè, tè e biscotti  !😏💖

venerdì 6 gennaio 2017

Il 6 gennaio

Il 6 gennaio.

Per tenervi ancora una volta discorso di cose di chiesa, voglio narrarvi che nella notte del Natale abbiamo vagato per la città, e visitate le chiese dove si compivano le funzioni. Una fra queste è frequentata in modo speciale, dove l’organo e la musica hanno un'impronta tutta pastorale, riproducendo il suono delle zampogne dei pastori, il cinguettio degli uccelletti, come del pari i belati degli agnelli.

Nel primo giorno delle feste di Natale, vidi il Papa in S. Pietro con tutto il suo clero che circondava il suo trono, mentre egli celebrava le funzioni solenni del rito.

E' spettacolo questo unico nella sua specie, stupendo, imponente pure, se si vuole; ma io sono oramai troppo invecchiato nelle idee protestanti, e tutta quella pompa anziché scalzarle, contribuiva a rafforzarle in me: potrei io pure, come il mio pio predecessore dire a questo clero mondano, non mi vogliate nascondere il sole di una arte più sublime, di una umanità più pura.


Oggi, giorno dell’Epifania, ho voluto assistere alla messa celebrata secondo il rito greco. Le cerimonie mi parvero più adatte, più serie, più ponderate; e ad onta di ciò, più popolari di quelle del rito latino.

Ed ivi pure ho provato che sono oramai diventato vecchio per ogni cosa, ad eccezione della verità. Le loro cerimonie, i loro sacrifici, le loro processioni, i loro balli, tutto ciò scivola sopra di me, e cade a terra, né più né meno, che l’acqua sopra un tabarro di tela cerata. I fenomeni per contro, le scene della natura, quale il tramonto del sole alla villa Madama, un capo lavoro dell’arte, quale la testa non mai abbastanza lodata della Ginnone, producono pur sempre sopra di me viva e profonda impressione.

Ora comincia a darmi molestia la prospettiva dei teatri. Nella settimana ventura ne saranno aperti niente meno che sette. Trovasi qui Anfossi stesso, e reciterà Alessandro nelle Indie; si rappresenterà pure il Ciro, colla presa di Troia per ballo. Quest’ultimo farebbe la felicità dei ragazzi.

Ricordi di viaggio in Italia nel 1786-87 - Roma
Johann Wolfgang von Goethe
Traduzione Augusto Nomis di Cossilla 


Buona Epifania a tutti con un po' più di allegria rispetto a quella che riusciva a percepire Johann Wolfgang von Goethe e un abbraccio alle sorelle Befane !

Per chi vuole approfondire:

domenica 1 gennaio 2017

Le porte del Capodanno

... il mondo va sempre, muovendosi in cerchio e partendo da se stesso a se stesso ritorna ...

Saturnalia - Libro I
Ambrosius Theodosius Macrobius



Il veliero magico sul quale abbiamo ascoltato I sedici rintocchi di Capodanno fluttua sotto l'egida del protettore dei naviganti, delle navi, dei porti e di tutte le vie fluviali, quel Giano Bifronte divinità arcaica del pantheon degli " di indigetes ",  gli dei indigeni romani non adottati da altre religioni.
Giano è: 

" ... l’unico e giustissimo padre; il dio degli dei; il primo invocato nelle preghiere; e in tutto, per moltitudine di attributi suoi propri, simboleggiante nulla men che Gànesa indiano, Oriside egizio e Bacco greco, il principio di tutte le cose, o l’universal potere generativo della natura. Secondo altri interpreti era il sole nel suo corso annuale: l’ottimo creatore: il custode dell’universo: l’arbitro della pace e della guerra; in somma tal dio potentissimo, che ad esso lui la dottrina teologica riferisce ad una ad una le qualità e proprietà degli dei superni . ..

Storia degli antichi popoli italiani
Anonimo

La leggenda narra che Saturno, sotto la furia delle armi scagliate dal figlio Giove, perde il regno dell'Olimpo, viene accolto dal paese dei luoghi segreti che battezza promuovendo il nome Lazio, entra in contatto con i latini, gli insegna il vivere civile e inaugura per loro un'epoca d'oro

Saturno il primo fu ch'in queste parti
Venne, dal ciel cacciato, e vi s’ascose.
E quelle rozze genti, che disperse
Eran per questi monti, insieme accolse
E diè lor leggi: onde il paese poi
Da le latebre* sue Lazio nomossi.
Dicon che sotto il suo placido impero
Con giustizia, con pace e con amore
Si visse un secol d’oro ... 

Eneide - Libro VIII
Publio Virgilio Marone
latebre* = Luoghi nascosti, segreti

Nel Lazio Saturno conosce Giano:

" ... Fra lor nelle capanne e nelle selve
     Stette a lungo Saturno, e nol conobbe
     Altri che Giano ... "


La Feroniade
Vincenzo Monti 

che gli offre la sovranità su una parte del suo territorio per aver svelato alla sua gente i misteri dell'arte del coltivare la terra, del piantare il seme del grano e la vite, dell'edificare le case e le città, del coordinare l’ordine dell’anno. Le due divinità fondano così le loro due città, Gianicolo e Saturnia:

" ... Qui su, quelle ruine e quei vestigi
Di quei due cerchi antichi. Una di queste
Città fondò Saturno, e l’altra Giano,
Che Saturnia e Gianicolo fur dette ... "

Eneide - Libro VII
Publio Virgilio Marone


A Giano è conferito l'appellativo " Bifronte ", ha infatti due volti, uno che guarda verso il tempo passato e uno che guarda verso il futuro in divenire; uno sguardo è rivolto al caos e l'altro all'ordine, una delle due facce ha la barba, l'altra no e simbolicamente è l'aspetto femminile del dio che proviene dalla gemella/genitrice Ianua alter ego di Diana che da luna crescente nella triplice divinità si trasforma in Selene luna piena e poi in Ecate luna calante, una delle tante grandi madri assimilabile alla primigenia dea della fertilità Dia che nel corso del tempo viene identificata anche con Bona Dea, Iuno, e l'etrusca Uni. Da lei che si fa Ianua - porta, l'aspetto maschile Ianuo trae il dominio sugli elementi e il potere della nascita, della morte e della rigenerazione.
Lì dove c'è una fine, un nuovo inizio si compie, pertanto Giano presiede il passaggio tra l'anno vecchio e l'anno nuovo, con lui si chiude un anno e se ne apre un altro. Gennaio è il mese che prende il suo nome perché lui governa " i prima " le cose che vengono prima in ordine di tempo e nelle invocazioni ha la precedenza anche su Giove che governa " i summa " le cose prime per dignità; è celebrato il primo gennaio, come Pater Matutinus alla prima ora del mattino, e il 9 gennaio tra i dies Agonales*, in età repubblicana, il Rex sacrorum gli sacrifica un robusto ariete nero all’interno dell’antica Regia nel Foro Romano accompagnato dagli Agonenses/Saliens e va in processione precedendo il flamen Dialis - sacerdote di Giove.

dies Agonales* = Gli Agonalia istituiti da Numa Pompilio erano festività romane pagane, dedicate durante l'anno a quattro dei diversi: 
Il 9 Gennaio era dedicato a Giano dio degli inizi e delle fini. 
Il 17 Marzo a Marte dio della guerra.
Il 21 Maggio a Veiove protettore del bosco sacro in Campidoglio
L' 11 Dicembre ad Apollo dio del Sole e delle arti.

" ... Quando cominciò la guerra Sabina, a causa del rapimento delle giovani vergini, i romani si affrettarono a chiudere la porta che si trovava ai piedi del colle Viminale, che successivamente all'evento fu chiamata Ianuale, dato che in essa irrompevano i nemici; ma dopo che fu chiusa, subito si aprì da sola; quando si verificò la stessa cosa di nuovo e per tre volte, molti armati si disposero di guardia davanti alla soglia, dato che non avevano potuto chiuderla, quando all'improvviso si venne a sapere che da un'altra parte, combattendo in un acerrima battaglia, i nostri erano stati sbaragliati da Tazio. Per tale ragione i romani che proteggevano l'ingresso, fuggirono atterriti. E mentre i sabini stavano per irrompere attraverso la porta aperta, dal tempio di Giano irruppe una grande forza di acqua corrente, e molte schiere di nemici furono travolte. Per questo fatto si decise che, in tempo di guerra, come se Giano dovesse venire in soccorso alla città, le porte del tempio rimanessero aperte ... "

Ambrosius Theodosius Macrobius

Quindi la " Porta Ianualis " in onore di Giano, viene aperta in tempo di guerra e chiusa in tempo di pace, vi passano attraverso i militari romani in uscita, accompagnati simbolicamente dal dio sul campo di battaglia, e in entrata trionfanti al ritorno da una vittoria seguiti dal dio che riprende il presidio della città:

" ... Era in Lazio un costume, che venuto
è poi di mano in man di Lazio in Alba,
e d'Alba in Roma, ch'or del mondo è capo,
che nel muover de l'armi ai Geti, agl'Indi,
agli Arabi, agl'Ircani, a qual sia gente
ch'elle sian mosse, sí com'ora a' Parti
per ricovrar le mal perdute insegne,
s'apron le porte de la guerra in prima.
  Queste son due, che per la riverenza,
per la religïone e per la téma
del fiero Marte, orribili e tremende
sono a le genti; e con ben cento sbarre
di rovere, di ferro e di metallo
stan sempre chiuse; e lor custode è Giano.
Ma quando per consiglio e per decreto
de' padri si determina e s'appruova
che si guerreggi, il consolo egli stesso,
sí come è l'uso, in abito e con pompa
c'ha da' Gabini origine e da' regi,
solennemente le disferra e l'apre:
ed egli stesso al suon de le catene
e de la rugginosa orrida soglia
la guerra intuona: guerra dopo lui
grida la gioventú: guerra e battaglia
suonan le trombe; ed è la guerra inditta ...  "

Eneide - Libro VII
Publio Virgilio Marone

Le porte - ianuae  e i ponti sono dunque punti di passaggio - ianus che mettono in comunicazione un luogo con un altro, il dentro con il fuori, favoriscono il movimento e di conseguenza il mutamento che può essere sia fisico nella realizzazione di un'idea o spirituale nell' illuminazione che fa luce sull'oscuro caos che si trasforma nell'ordine della presa di coscienza e Giano che ne è il guardiano si fa Sole:

" ... Sorgi, o Consivo, spalanca tutte le porte, sii propizio. - Ormai egli ci darà ascolto.  Tu sei il buon Creatore, il buon Giano
Egli verrà, di gran lunga il migliore di quei re ... "


Dal Carme saliare in De lingua latina - Libro VII
Varrone

Anche gli incroci delle strade sono sacri a Giano e lì gli vengono offerti sacrifici e tavolette votive. Viene raffigurato con gli " ianitores" : il " baculum - scettro/bastone " e la " clavis - chiave " con cui di mattina apre la porta del cielo e di sera la chiude:

" ... ha nella manca 
Le chiavi Giano, e con la destra l'anno
Che a sé torna oramai va noverando ... "

Le selve - Ambra
Angelo Poliziano 

Giano relazionato alle porte diventa " Patulcius " da pàtere - aprire e " Clusius " da clàudere - chiudere:

" ... Mi chiamavano Caos gli antichi, ch'io sono antica divinità; 
vedi quali remoti eventi io stia celebrando.
Quest'aria traslucida e i tre restanti elementi,
il fuoco, l'acqua e la terra, costituivano un solo coacervo.
Appena tale massa si disgregò per la discordia dei corpi componenti,
separata andò a collocarsi in nuove sedi.
Il fuoco salì in alto, lo spazio vicino tolse
l'aria, la terra e il mare posarono in un luogo intermedio.
Allora io, che ero stato di forma sferica, molle
informe, mi ridussi nell'aspetto e nelle membra degne d'un dio.
E anche ora è piccolo segno dell'antica confusa figura
il mio apparire lo stesso avanti e dietro.
Ascolta qual sia la causa della forma che chiedi,
e insieme, come tu l'abbia appresa, quali siano i miei compiti.
Quando vedi ovunque, il cielo, il mare, le nubi,
le terre, tutto si chiude e s'apre per mia mano.
Presso di me è la custodia del vasto universo, il diritto
di volgere i cardini è tutto in mio potere.
Quando mi piace trarre dalla quiete del tempio di Pace,
ella cammina libera per vie ininterrotte.
Il mondo intero sarebbe lordato da mortifero sangue
se robuste sbarre non tenessero rinchiuse le guerre;
insieme con le miti Ore custodisco le porte del cielo,
e il fatto che Giove stesso ne esca e ne rientri è nelle mie mansioni.
Perciò sono chiamato Giano; e quando il sacerdote mi offre
la focaccia di Cerere e il farro misto a sale,
riderai dei nomi: ora infatti mi chiamerà Patulcio,
e ora Clusio secondo le formule sacrificali.
Certo la rozza antichità alternando i due nomi
volle indicare i miei diversi uffici.
Ti ho detto i miei poteri; ora apprendi l'origine
della figura, sebbene ormai tu stesso la veda in parte ... "

I Fasti - Libro I
Publio Ovidio Nasone

E' sposo della ninfa Camese  e padre di molti figli tra cui il dio del Tevere Tiberino e il dio delle sorgenti Fons.


Che in questo 2017 si chiudano le porte della guerra e sia per voi la pace. 
Auguri a tutti !

" ... Spieghi l'ale la pace, e imponga il freno
Del fiero Giano alle ferrate porte ... "

Farsaglia
Marcus Annaeus Lucanus

Per ulteriori informazioni:


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